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Profilo lipidico: perché è importante monitorarlo – Speciale Grassi IV parte

Profilo lipidico: perché è importante monitorarlo – Speciale Grassi IV parte

Valori di riferimento per uomini e donne e il test per scoprire come metabolizziamo i grassi alimentari

Come sapete, il profilo lipidico fa parte degli esami del sangue di routine e viene prescritto dal MMG per capire quale sia il rischio cardiovascolare dei propri pazienti uomini e donne. Non si tratta, quindi, di un’analisi opzionale, perché i valori di colesterolo e trigliceridi ci forniscono un quadro abbastanza preciso anche sul nostro metabolismo lipidico, e sulla quantità di grassi circolanti nel sangue ed eventualmente pericolosi per il sistema cardiovascolare.

Vediamo quindi quali sono i valori di riferimento per uomini e donne:

Colesterolo totale (comporta la somma tra HDL e LDL): non dovrebbe superare i 200 mg/dl. Il rischio cardiovascolare aumenta con l’aumentare della concentrazione. A valori superiori ai 250 mg/dl il rischio per la salute di cuore e arterie è considerato elevato. Attenzione, però, al rapporto tra HDL e LDL! Come abbiamo visto, avere buoni livelli di HDL (tra i 35 e i 65 mg/dl) protegge la salute cardiovascolare anche qualora i livelli di LDL fossero un po’ fuori norma, ovvero superiori ai 130 mg/dl.

Veniamo ai trigliceridi, dei quali, come abbiamo specificato in precedenza, conta più la qualità della quantità. Buone quote di trigliceridi che ci forniscano soprattutto acidi grassi monoinsaturi e polinsaturi (ad esempio derivanti dall’olio extravergine d’oliva, dalla frutta secca, dai grassi di un buon pesce azzurro) e (in misura inferiore) saturi sempre da ottime fonti (come, ad esempio, del buon latte di malga), sono tutto tranne che un problema per il corpo. Tuttavia, anche in questo caso è sempre bene limitare gli eccessi, soprattutto se abbiamo uno stile di vita sedentario che non comporta un grosso dispendio energetico quotidiano, e quindi occorre stare attenti ai parametri di riferimento. Il limite da non superare per uomini e donne è pertanto 170 mg/dl di sangue.

Nella maggior parte dei casi valori lipidici fuori norma sono da “imputare” a diete sbagliate e ad uno stile di vita non sano. Ma… a volte, non sono le nostre scelte alimentari o le nostre cattive abitudini ad alterare il nostro profilo lipidico. Possono infatti esserci all’origine delle condizioni patologiche di tipo metabolico, chiamatedislipidemie.

Iperlipoproteinemia

Consiste nella produzione abnorme di lipoproteine (tutte o alcune) o nell’incapacità dell’organismo di riassorbirle. In realtà si tratta di un gruppo di patologie metaboliche che comportano un eccesso di grassi circolanti con conseguenze negative sulla salute del cuore. Si curano con dieta ed esercizio fisico, ma anche con l’assunzione di farmaci specifici tra cui le statine e sequestranti degli acidi biliari.

Ipercolesterolemia familiare

In alcune persone questa condizione ha cause genetiche e indipendenti dalla dieta seguita. L’ipercolesterolemia familiare è infatti una disfunzione genetica rara che causa una iperproduzione di colesterolo visibile anche in alcune zone del corpo. Tipicamente le persone con questo tipo di ipercolesterolemia accumulano depositi di grassi sottocutanei intorno agli occhi e noduli adiposi nelle articolazioni e giunzioni tendinee. Il trattamento è simile a quello per l’iperlipoproteinemia.

Ipolipidemia

In questo tipo di dislipidemia abbiamo una condizione opposta rispetto alle precedenti. Il corpo, per ragioni in parte genetiche primarie, ma anche secondarie a condizioni quali denutrizione, malassorbimento intestinale, ipertiroidismo, tumori del sangue, non è in grado di sintetizzare le lipoproteine necessarie al trasporto dei grassi alimentari. Le cure prevedono la somministrazione di vitamina E e vitamine liposolubili, ma a seconda della tipologia di ipolipidemia questo tipo di integrazione non è sufficiente a colmare il fabbisogno di chi ne soffre, con severe ricadute sulla salute generale. Nelle forme primarie lievi, invece, per lo più asintomatiche, non è necessario procedere a trattamenti specifici.

Il test per capire come metabolizzi i grassi alimentari

Ora che sapete tutto sul metabolismo dei grassi alimentari, non resta che provare a capire come “funziona” il vostro. Sicuramente avete sotto mano le ultime analisi del sangue con il vostro profilo lipidico: il colesterolo totale, i trigliceridi, e magari anche i valori delle HDL.

Ma questi indicatori, per quanto utilissimi per prevedere il vostro rischio cardiovascolare, non vi forniscono indicazioni su come metabolizzate questi lipidi. Se producete abbastanza lipoproteine, e se gli acidi grassi dei vostri trigliceridi sono di buona qualità e se li digerite e assimilate correttamente, e soprattutto se ricavate energia dai corpi chetonici in misura preoccupante. Potreste integrare i dati desunti dalla analisi del sangue con quelli di un altro tipo di test, ancora meno invasivo, ma molto accurato.

Si tratta del test degli acidi organici e del profilo metabolico e nutrizionale completo. Tramite questo esame potrete valutare da soli – o, meglio, lo potrà fare il vostro medico di famiglia o specialista – i livelli dei corpi chetonici, che abbiamo visto formarsi soprattutto quando il corpo va a corto di glucosio, e l’ossidazione degli acidi grassi.

Si tratta di indicatori utili a capire se avete un adeguato apporto lipidico – endogeni ed esogeni – e se il vostro corpo è in grado di sintetizzarli e utilizzarli nel modo corretto e adeguato alle vostre esigenze. Un segnale di disfunzioni nella beta-ossidazione degli acidi grassi è l’aumento nelle urine di alcuni acidi detti bicarbossilici, in particolare l’acido suberico e l’acido adipico che indicano appunto una condizione di acidosi metabolica.

Questo test è consigliato soprattutto se:

  • Soffrite di diabete
  • State seguendo un regime alimentare restrittivo, una dieta chetogenica o del tipo paleo
  • Avete una malattia metabolica
  • Avete disfunzioni endocrine
  • Vi sentite stanchi, spenti, e privi di energia e non sapete perché

Valutate insieme al vostro medico di fiducia la possibilità di prenotare il test completo degli acidi organici e del profilo metabolico e nutrizionale anche in previsione di una dieta o di un nuovo percorso alimentare, da integrare con le consuete analisi del sangue.

 

Le Fonti

  • https://www.unife.it/medicina/lm.medicina/studiare/minisiti/biochimica-e-biologia-molecolare/materiale-didattico-anni-precedenti/modulo-di-biochimica-alessandro-trentini/a-a-2018-2019/01-trasporto-lipidi-beta-ossidazione-corpi-chetonici
  • https://simplemed.co.uk/subjects/metabolism/lipid-metabolism-and-transport
  • https://www.hsph.harvard.edu/nutritionsource/what-should-you-eat/fats-and-cholesterol/types-of-fat/
  • https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/g/grassi-alimentari
  • https://www.dbcf.unisi.it/sites/st13/files/allegati/29-04-2014/20-degradazione_a.grassi.pdf
  • https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2950079/
  • https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/19047759/
  • https://www.sciencedirect.com/topics/immunology-and-microbiology/fatty-acid-metabolism
  • https://www.msdmanuals.com/it-it/professionale/malattie-endocrine-e-metaboliche/disturbi-del-metabolismo-lipidico/panoramica-sul-metabolismo-lipidico
  • http://www.med.unipg.it/fisioterapia/Materiale%20Didattico/Biochimica/PDF/11.Metabolismo%20lipidico.pdf

 

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