Un ecosistema articolato complesso e adattivo in cui convivono microorganismi che possono diventare aggressivi in specifiche condizioni e provocare disturbi lontani dall’apparato gastroenterico
Se ne parliamo in termini di “flora batterica”, gli facciamo un grave torto. Quello che un tempo veniva ridotto a mera “colonia di batteri” è il nostro microbiota intestinale, un ecosistema ben più eterogeneo e complesso, nonché affascinante e, in parte, ancora misterioso.
La definizione di microbiota è relativamente recente, essendo stata coniata dal biologo della Washington University Jeffrey Gordon negli anni 90 per identificare tutti i microrganismi presenti in un ecosistema. Al suo interno si annoverano pertanto non solo diverse famiglie di batteri, ma altresì di funghi, di virus, di parassiti e di lieviti che coabitano in stato di commensalismo, ovvero di pacifica e proficua convivenza nella mucosa intestinale.
Come vedremo, tutti i microrganismi del microbiota intestinale possono, in specifiche condizioni, diventare aggressivi, proliferare a danno degli altri microbi, e provocare una serie di disturbi concatenati non limitati all’apparato gastroenterico. Un esempio sono alcuni disturbi neurologici molto comuni – cefalea/emicrania, insonnia, vuoti di memoria – riconducibili ad una disbiosi intestinale, ovvero un’alterazione del microbiota che influenza l’attività cerebrale. Ci torneremo. Per ora ci basta sapere che all’interno del nostro addome c’è un vivace condominio i cui abitanti nascono, crescono, si moltiplicano e muoiono mentre noi, a nostra volta, conduciamo le nostre esistenze più o meno felicemente.
Sebbene, quindi, in concentrazioni minori rispetto ai batteri, anche funghi (miceti) e lieviti sono ospiti importanti all’interno del nostro intestino perché importante è il ruolo che svolgono nel ciclo metabolico della digestione e come barriera difensiva contro agenti patogeni esterni. Prima di passare ad analizzare più nel dettaglio la gamma di funghi che in genere troviamo in un intestino “adulto”, occorre brevemente introdurre il concetto di microbioma, che non è sinonimo di microbiota ma indica, invece, il corredo genetico di tutti i microbi presenti nell’ecosistema in questione, e quindi il patrimonio genetico dei nostri batteri, virus, funghi intestinali nel loro insieme.
Se ci riferiamo solo alla popolazione fungina allora parliamo di micobioma. Anche questo compendio di DNA alieni rispetto al nostro, è quindi un importante indicatore del nostro stato di salute perché, come accennato, i microrganismi intestinali fanno parte del nostro sistema immunitario.
Ma chi sono, allora, questi ospiti affatto indesiderati, che popolano la nostra pancia?
Brevemente, dai più numerosi ai meno, conosciamo i funghi che popolano un intestino adulto e in salute:
- Funghi della famiglia Candida (albicans, tropicalis, krusei ecc.)
- Fungi Saccaromiceti (o funghi “a sacco”)
- Funghi Penicillum (sì, le muffe dei primi antibiotici, le penicilline)
- Funghi Aspergillus
- Funghi Criptococchi
- Funghi della famiglia Malassezia
- Funghi Cladosporium
- Funghi Galattomiceti
- Funghi Dabaryomyces
- Funghi Trichosporon
Tutti noi abbiamo tutti questi funghi? No, naturalmente. Alcuni sicuramente sono presenti nel 70-80% di tutte le mucose intestinali umane, ma non con la stessa concentrazione, mentre altri possono essere del tutto assenti.
Questo perché ciascun essere umano è dotato di un suo proprio microbiota, e conseguentemente di un microbioma unico, ovvero diverso da chiunque altro, la cui composizione dipende da mille fattori, non ultimi il corredo genetico e l’eredità materna lasciata durante il parto vaginale e l’allattamento. Il microbiota si modifica nel tempo in base all’età, alle abitudini di vita e allo stato generale di salute.
Quali sono le principali funzioni del microbiota in un intestino sano? Molteplici.
In un rapporto di mutua collaborazione, funghi, batteri, virus, (com)partecipano a:
- Mantenere sana la mucosa intestinale e proteggere il suo delicato epitelio (funzione strutturale)
- Stimolare il sistema immunitario e la produzione di anticorpi in caso di “attacco” da parte di agenti patogeni (funzione protettiva/difensiva)
- Completare il processo digestivo, equilibrare il Ph intestinale, sintetizzare alcune vitamine (tra cui la K e vitamine del gruppo B) e contribuire alla formazione della massa fecale e dei gas di fermentazione (funzione metabolica)
Il nostro organismo mantiene in equilibrio la composizione del microbiota con un sistema di protezione immunitaria innata e adattiva, che quindi si modula in base alle contaminazione con l’ambiente esterno. Il microbioma nella sua eterogeneità (micobioma, batterioma e viroma) deve infatti modificarsi nel tempo in modo armonico con le necessità fisiologiche dell’organismo a seconda dell’età e dello stile di vita.
Tuttavia, non è inconsueto che il microbiota si alteri, comportando ciò la proliferazione di una categoria di microrganismi rispetto agli altri, che da commensali si trasformano in patogeni.