Cosa accade quando siamo sotto stress senza soluzioni di continuità, in preda all’ansia, all’insonnia prossimi a scivolare in depressione
Già nel 2017, la depressione era risultato il disturbo mentale più comune. Secondo l’ISTAT, erano al tempo 2,8 milioni i cittadini italiani coinvolti da questa classe di disturbi, con un’incidenza destinata ad aumentare poiché fortemente correlata allo stile di vita. Sempre più di frequente, del resto, così come accade a milioni di persone nel mondo, ci si trova ad essere sotto stress senza soluzione di continuità. Gli accadimenti più disparati possono metterci a dura prova, oltre a quelli più traumatici (lutti, eventi catastrofici, separazioni, perdita del lavoro, difficoltà economiche ecc.), e non di rado capita che si susseguano gli uni agli altri senza darci requie.
In questi casi, come già i precedenza abbiamo avuto modo di ricordare, il ciclo dello stress diventa continuo, lo stato di tensione estremo e i sintomi tipici dell’ansia si stabilizzano come fossero la nostra condizione naturale. Puoi sperimentare notti insonni per lunghi periodi, difficoltà digestive, senso di oppressione e angoscia (segni tipici dell’ansia generalizzata), e, infine, puoi rischiare di cadere in depressione.
Dalla depressione si può senza dubbio guarire, ma non senza un adeguato percorso psicoterapeutico e farmacologico. Per capire cosa ti sta succedendo, potresti voler dare uno sguardo alla tua produzione endogena di catecolamine.
Il funzionamento del cervello sotto stress: alcuni studi
Uno studio del 2019 condotto su esseri umani, ha rilevato un dato piuttosto interessante sul funzionamento del cervello sotto stress, e in particolare sulla produzione di dopamina. I 34 partecipanti erano stati divisi in due gruppi: il primo era stato esposto ad alti livelli di stress psicosociale, il secondo a livelli di stress accettabili. Per capire come si realizzasse in loro la risposta allo stimolo stressogeno si usò la PET, una tecnica di Medicina Nucleare che consente di mostrare le alterazioni biologiche dei processi fisiologici o patologici del corpo umano grazie alla somministrazione di radiofarmaci. Si tratta di un tipo di esame di imaging diagnostico che, in questo caso, si è rivelato utile per “seguire” il circuito della dopamina. Confrontando i test dei due gruppi di partecipanti è emerso che nelle persone esposte a bassi livelli di stress la produzione di dopamina era proporzionata al tipo di evento stressogeno da affrontare. Viceversa, nel gruppo altamente stressato, non solo la reazione allo stimolo stressogeno appariva esagerata, ma la produzione di dopamina risultava deficitaria, inibita.
Altri studi condotti sugli animali evidenziano come stati di stress acuti di natura psicosociale – li abbiamo visti: lutti, abbandoni, solitudine, perdita del lavoro, perdita della casa ecc. – rendano le persone vulnerabili alle malattie mentali, tra cui la depressione. Se questo è l’effetto visibile, le ragioni biologiche si devono ricercare proprio nel meccanismo di risposta allo stress e in una disfunzione nel percorso dopaminergico.
Ricapitolando, nel ciclo dello stress il ruolo delle catecolamine è fondamentale, ma la risposta ai “triggers” (ovvero gli eventi stressogeni), dipende dalla tipologie degli stessi e dalla loro durata nel tempo o reiterazione. Se, quindi il fattore ambientale influenza la produzione di neurotrasmettitori, è vero anche il contrario: un deficit, un’alterazione nella produzione di noradrenalina o dopamina produce degli effetti a cascata sull’organismo sia in risposta allo stress, che in generale.
Come abbiamo visto, la carenza di dopamina e noradrenalina nelle persone afflitte da ansia e stress cronici si manifesta con sintomi tra cui: stanchezza, calo della forza fisica e dell’energia, perdita di entusiasmo per la vita, disturbi del sonno e insonnia, scarsa attitudine/propensione al lavoro, tendenza alla depressione. I principi attivi di molti psicofarmaci e ansiolitici, infatti, vanno a lavorare proprio sui percorsi dei neurotrasmettitori dello stress e della ricompensa, nel tentativo di ripristinarne il segnale corretto. Se, quindi, sei già in cura per ansia, insonnia o depressione con molecole che vanno ad in influire sul ciclo dello stress e sul circuito delle catecolamine, è necessario che ti sottoponga regolarmente ad esami e test per capire se il tuo corpo sta reagendo bene a questo tipo di intervento farmacologico.
In generale, sarebbe interessante poter dare uno sguardo all’interno del corpo e capire come rispondiamo allo stress e quali neurotrasmettitori si attivano (e come).
Cosa ti consigliamo di fare in caso di depressione insonnia e ansia
È possibile ottenere molte importanti informazioni utili a fronteggiare una sindrome depressiva, con il test profilo metabolomico degli acidi organici. Attraverso un semplice campione di urine potremo fornire al tuo medico di base, al tuo endocrinologo o al tuo neurologo, informazioni importanti sul tuo stato di salute e sui tuoi livelli di stress. Contattaci per maggiori informazioni
FONTI:
https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0031938407000753
https://www.nature.com/articles/s12276-020-00532-4
https://elifesciences.org/articles/46797.pdf