Correlazione dimostrata fra l’alterazione della flora microbica e l’insorgenza di condizioni patologiche nel bambino
Studi e ricerche hanno dimostrato che esiste una correlazione tra l’alterazione della flora microbica e l’insorgenza di condizioni patologiche nel bambino.
Il microbiota di un bambino nel primo anno di vita è molto diverso da quello di un adulto, sia in termini di numero delle diverse specie batteriche presenti, sia in termini di variabilità e risposta agli stimoli esterni. L’ecologia microbica è fortemente dipendente dagli stimoli esterni, rappresentati prevalentemente da cibo, modalità di parto, allattamento, gravidanza.
La disbiosi intestinale costituisce il primum movens di eventi concatenati:
- ritardo nella maturazione della barriera intestinale (gut closure)
- passaggio di antigeni batterici e alimentari
- disregolazione immunitaria e flogosi locale
Nella disbiosi riscontrata nei lattanti nati da parto cesareo (prevalenza di Clostridi ed E. coli) si induce la produzione di citochine pro-infiammatorie (IL-1beta, IL-6, TNF-alfa) e l’espansione dei linfociti Th17. Tali fattori sono responsabili dell’apertura delle tight junction (giuzioni cellulari) e della conseguente aumentata permeabilità intestinale.
Rispetto ai bimbi nati da parto vaginale, si riscontra lo sviluppo di un microbiota inadeguato, una vulnerabilità della barriera intestinale, un potenziale terreno adatto per patologie immuno-allergiche, oltre che un maggiore rischio di sovrappeso, obesità a media e lunga scadenza.
Vari studi finalizzati ad identificare potenziali fattori ambientali nell’espressione clinica delle patologie atopiche, hanno riscontrato un’associazione tra precoce alterazione del microbiota intestinale e successivo sviluppo di allergopatie. Le concentrazioni di Escherichia Coli (valutate su campioni fecali di lattanti a 1 mese di vita) correlano significativamente alla dermatite atopica dei primi anni di vita.
L’associazione tra parto cesareo e asma risulta significativamente più elevata nei soggetti con familiarità allergica. La mancata esposizione neonatale ad un microbiota fisiologico durante il parto cesareo, è ritenuto uno dei principali fattori perinatali responsabili dell’esordio precoce di diabete insulino-dipendente (tipo 1). È stato quantificato con un 20% il maggior rischio di sviluppare tale malattia autoimmune nei bambini nati da cesareo, valore che non può essere giustificato da concomitanti fattori confondenti (età materna, età gestazionale, peso nascita, allattamento al seno, diabete materno).
Alterazione della flora microbica e allergie: come prevenirle
L’assunzione di probiotici prima (durante la gravidanza ) e dopo la nascita può migliorare la prognosi delle allergie alimentari: specifici probiotici possono modificare gli antigeni alimentari, riparare la barriera intestinale, riequilibrare il microbiota intestinale e riattivare e modulare la risposta immunitaria locale intestinale.
L’uso di probiotici nelle donne in gravidanza e nella prima fase di vita del bambino riduce il rischio di eczema atopico nei bambini.
Antibiotici in sala parto: effetti a lungo termine sul microbiota intestinale dei neonati
Durante il parto, il 20-30% delle donne può ricevere antibiotici per impedire sepsi neonatali e il 2-5% dei neonati riceve antibiotici a causa di sospetta infezione.
I ricercatori hanno scoperto che gli antibiotici somministrati alla madre durante il parto, alterano il microbiota intestinale dei neonati, tanto quanto un antibiotico somministrato per via endovenosa direttamente al bambino; il trattamento antibiotico durante il parto può avere dunque un impatto marcato e a lungo termine sullo sviluppo del microbiota intestinale del nascituro.
Nei Paesi industrializzati gli antibiotici sono i farmaci più utilizzati in età pediatrica, soprattutto a livello ambulatoriale. Il maggior numero di prescrizioni avviene per il trattamento delle infezioni respiratorie. I bambini che ricevono farmaci antiacido o antibiotici entro i primi sei mesi di vita hanno una maggior probabilità di sviluppare allergie in età avanzata, asma, malattie infiammatorie croniche intestinali.
La somministrazione di probiotici può ridurre sintomi e infiammazione intestinale: nei bambini con coliche, diversamente dai soggetti sani, sono stati osservati elevati livelli di E. coli, C. difficile e Klebsiella, mentre ridotti valori di Lactobacillus e Bifidobacterium. I probiotici a base di Lactobacillus reuteri riducono la durata del pianto da coliche infantili.
Disbiosi intestinale e patologie celebrali
Sempre più studi di letteratura evidenziano come molte patologie cerebrali siano correlabili a disbiosi intestinale grazie alla via di comunicazione bidirezionale intestino-cervello. Nel tratto gastrointestinale ci sono circa 300.000 cellule nervose che producono ed utilizzano gli stessi neurotrasmettitori del sistema nervoso centrale (per esempio Serotonina, Dopamina, Glutammato, Acetilcolina, Noradrenalina).
Un’alterazione nel funzionamento di queste cellule e del microbiota può avere un ruolo nella genesi di disturbi nervosi e psichici. Aree cerebrali collegate con l’intestino risultano danneggiate nei disturbi di spettro autistico.
Se si migliora lo stato intestinale ed alimentare, anche i sintomi comportamentali della malattia migliorano, diminuendo l’infiammazione a livello intestinale-cerebrale attraverso:
- il ripristino della normale flora batterica intestinale
- la dieta alimentare priva di glutine e caseina
- gli integratori alimentari (come probiotici)
Un collegamento tra difetto di permeabilità intestinale, infiammazioni intestinali e disfunzioni del SNC può essere messo in correlazione con alterazioni del microbiota intestinale. Bambini con la sindrome PANS/PANDAS presentano un microbiota intestinale alterato rispetto ai controlli sani. Solitamente si tratta di condizioni cliniche che si manifestano con infiammazione faringea a cui possono seguire disturbi Ossessivo – Compulsivi o veri e propri Tic, fino alla Sindrome di Tourette.
I bambini presentano spesso comportamenti di tipo ritualistico o ossessivo-compulsivi e spesso l’agente eziologico di tale sindrome è lo Streptococco pyogenes responsabile delle PANDAS.
Questi casi attraversano spesso iter diagnostici scarsamente efficaci ed il cui esito terapeutico è unicamente quello di terapie antibiotiche croniche, le quali portano a parziali ed effimeri risultati, andando invece a peggiorare la capacità adattogena dello Streptococco.
Un controllo durante la gravidanza e dal pediatra per monitorare lo stato di salute dell’intestino del tuo bambino è il primo passo per poter individuare eventuali alterazioni del microbiota.