L’asse intestino-cervello, disbiosi intestinale e la possibilità che i disturbi dell’umore e il dolore cronico siano collegati a un’infiammazione da clostridi
Torniamo a parlare di disbiosi intestinale e dell’asse intestino-cervello. I due apparati sono direttamente collegati grazie ad una fitta rete neuronale che dialoga incessantemente. Coinvolti sono anche l’apparato neuroendocrino e il sistema immunitario, che proprio come accade tra gli strumenti di una grande orchestra, si richiamano e si intersecano, si sovrappongono e si alternano per far sì che il nostro organismo mantenga la sua condizione di benessere ed equilibrio (omeostasi). All’interno di questo insieme armonico, tutti gli attori giocano un ruolo chiave, perché nel momento in cui si verifica una “falla” da una parte, e uno o più strumenti iniziano a stonare, ecco che noi cominciamo a sperimentare sintomi fastidiosi che nel tempo si cronicizzano o si aggravano, e di cui neppure i medici, spesso, sanno capire l’esatta origine.
E se il “bandolo della matassa” fosse una sub-infiammazione intestinale?
Se quel prezioso e vitale microbiota fosse stato scombussolato dalla prevaricazione di alcuni ospiti rispetto ad altri, o fosse stato aggredito da agenti patogeni esterni, e ci informasse di questa mutazione perniciosa attraverso sintomi variegati quali:
- Difficoltà digestive, alterazione della regolarità intestinale (diarrea/stipsi, anche alternate), nausea, meteorismo
- Malassorbimento, anemia, carenze nutrizionali
- Infezioni cutanee, infezioni ginecologiche ricorrenti, prurito, acne
- Dolori aspecifici, debolezza, astenia
- Emicrania, irritabilità, insonnia
- Ansia, depressione, sbalzi d’umore
Sono tanti gli studi che collegano la sub-infiammazione intestinale da disbiosi, a sintomi neurologici, disturbi dell’umore e persino forme di malattia mentale o specifiche sindromi come l’autismo. La disbiosi può verificarsi in ciascuno di noi in molti momenti della vita, per stress, a causa di modifiche ormonali fisiologiche, dopo cure antibiotiche o antimicotiche, a seguito di un viaggio o un cambio di dieta, e nella maggior parte dei casi non produce gravi danni, ma ci fa comunque stare male. Soffrire costantemente di costipazione, sentirsi irritati, ansiosi, stanchi e pieni di dolori è incompatibile con l’idea che abbiamo di salute e benessere. Eppure tanti di noi ci convivono per anni con rassegnazione, senza mai pensare che si possa risolvere. Magari semplicemente sottoponendosi ad un test delle urine specifico, e modificando la propria dieta in modo mirato.
Infiammazione da clostridi dietro disturbi dell’umore e dolore cronico?
Torniamo ai nostri batteri Clostridi. Abbiamo capito che non sono “cattivi” per natura, e che, anzi, quando rimangono nel loro stato innocuo di commensalismo, rappresentano una risorsa preziosa per la salute del nostro intestino aiutandoci a “demolire” carboidrati, grassi e proteine, e produrre enzimi e sostanze utili a tutto l’apparato digerente, incluso il fegato. Ma abbiamo anche compreso che alcune specie sono più aggressive e patogene di altre, e che in generale anche le specie più benigne, in condizioni favorevoli, possono diventare troppo attive, proliferare e indurre uno stato di infiammazione intestinale a bassa intensità. Questa condizione è quella più subdola. Non abbastanza forte da procurarci sintomi spiccati tra cui febbre e malessere generale, ma sufficiente a creare disarmonia a livello enterico e a livello neurologico.
Se ci fermiamo all’intestino, un tipico caso di sub-infiammazione da Clostridi potrebbe essere quello di chi soffre di sindrome dell’intestino irritabile (IBS) e/o di colite ricorrente con sintomi quali diarrea, crampi addominali e meteorismo. Non condizione preoccupante come la specifica infezione da Clostridium difficile che può avere importanti ripercussioni sulla salute generale, ma comunque non trascurabile. Le mucose intestinali infiammate attivano la risposta immunitaria che arriva al cervello, inducendo a sua volta una reazione di tipo neurologico che può andare dal mal di testa cronico alla difficoltà di concentrazione e di memoria, fino a condizioni più problematiche quali ansia generalizzata, insonnia e persino sindromi depressive.
Esiste un’altra suggestiva spiegazione per questo tipo di interazione tra i due sistemi nervosi – cervello e intestino – e ha a che fare con il plesso coroideo, quella zona cerebrale dove si produce un liquido che avvolge le membrane di encefalo e midollo spinale a scopo protettivo. Ebbene, sembra che proprio il plesso coroideo interrompa la comunicazione tra sistema nervoso e intestino quando da quest’ultimo arrivino segnali di infiammazione, per evitare che tali informazioni arrivino al sistema nervoso e si trasformino in una minaccia.
Tuttavia, proprio questa “assenza” di comunicazione non fisiologica mette in allarme il cervello, provocando stati di ansia e alterazioni dell’umore. In ogni caso, appare ormai chiaro il legame tra le due condizioni: disbiosi intestinale/sub-infiammazione da un lato, e disturbi neurologici – tra cui anche alterata percezione del dolore – dall’altro.
Per tale ragione, è fortemente consigliato curare l’intestino per curare contemporaneamente la mente, l’umore, proteggere le capacità cognitive, e ritrovare uno stato di benessere e vitalità su tutti i fronti. Se soffriamo di disbiosi, e se questo stato dipende da una colonizzazione di batteri Clostridi, noi possiamo scoprirlo, e prendere le dovute contromisure.
Quali test consigliamo se si sospetta un’infezione da clostridi
Se soffri di sindrome dell’intestino irritabile, di diarrea e colite ricorrenti, e se insieme a questo problema addominale, sei anche vittima di attacchi di emicrania, il tuo umore è sempre pessimo, hai dolorigeneralizzati e senti addosso una stanchezza che non passa? Perché attraverso un’analisi accurata della tua microflora intestinale, che puoi effettuare proprio grazie ad un test delle urine, puoi scoprire se hai una infiammazione da Clostridi.
Il nuovo test che analizza gli acidi organici e fornisce un accurato profilo nutrizionale e metabolico da un semplice campione di urine, consente anche di rilevare i markers dei Clostridi.
Dalla loro concentrazione si può capire se è il caso di procedere ad una terapia antibiotica specifica, o se, semplicemente, si può inibirne la proliferazione con una dieta ad hoc ed una integrazione di probiotici. Parlane con il tuo medico!
Fonti
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6351938/
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/29428498/
https://www.my-personaltrainer.it/benessere/clostridium.html
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1198743X15009143
https://www.recentiprogressi.it/archivio/2296/articoli/24680/
https://jasbsci.biomedcentral.com/articles/10.1186/s40104-019-0402-1
https://www.nutrientiesupplementi.it/attualita/item/1701-science-italiane-svelano-legame-tra-disbiosi-e-disturbi-dell-umore
https://microbioma.it/