Funghi intestinali come la candida responsabili di problemi di memoria ed emicranie: come funziona l’asse intestino – cervello
Come probabilmente sai già, nel nostro corpo esistono diversi sistemi nervosi, ma a noi, in questo approfondimento, ne interessano due in particolare ai quali ci dedichiamo oggi:
- Il sistema nervoso centrale (SNC)
- Il sistema nervoso enterico (SNE)
Se il primo è noto, il secondo è stato una recente “scoperta”. Sappiamo oggi che anche nel nostro intestino c’è una fitta rete neuronale che dialoga direttamente, continuativamente e proficuamente con il cervello. Questa comunicazione viene profondamente influenzata dalle condizioni di salute dell’intestino, in particolare da suoi stati di sub-infiammazione.
Se, infatti, soffriamo di un disturbo molto comune che si chiama IBS (sindrome dell’intestino irritabile), in cui gioca un ruolo chiave il nostro fungo Candida albicans quando troppo “attivo”, avremo più probabilità di soffrire contemporaneamente di disturbi dell’umore, del sonno, e della concentrazione mentale. Tornando all’asse cervello-intestino (GBA, ovvero Gut-Brain Axes), proviamo a capire come funziona esattamente.
Questa interazione collega bidirezionalmente l’attività intestinale direttamente con quella cerebrale, ma altresì coinvolgendo il sistema endocrino e il sistema immunitario in un rapporto dialogico privilegiato e multicanale.
In prima istanza, infatti, attraverso i segnali nervosi il cervello regola la parte involontaria delle funzioni intestinali, tra cui la motilità stessa. Ma d’altro canto, ad essere interessate non sono solo le funzioni “meccaniche” di questo organo “intelligente”, ma altresì quelle emozionali.
Cosa significa? Che l’interazione tra i due sistemi nervosi ne determina il benessere. Se, quindi, siamo nervosi, stressati, ansiosi, il nostro intestino sarà a sua volta nervoso, stressato, e probabilmente in sofferenza. Soffriremo di meteorismo, stipsi o diarrea, e crampi addominali.
Questo perché in risposta a stimoli ambientali che generano emozioni negative o comunque forti, il sistema limbico del cervello si attiva e rilascia cortisolo (ormone dello stress), che va a “colpire” sia la muscolatura liscia intestinale che la mucosa e in tal modo induce – in risposta allo stimolo – modifiche nella motilità, nella permeabilità della barriera intestinale e nella produzione del muco.
Che ruolo gioca il microbiota in tutto questo?
Un gioco di rimpallo tra i due sistemi. Da un lato la sua composizione viene modificata dagli impulsi nervosi, dall’altra contribuisce a modificarli usando come medium soprattutto il sistema neuroendocrino.
Recenti studi hanno evidenziato come la disbiosi intestinale – abbiamo visto che con questo termine si intende uno squilibrio del microbiota/microbioma che genera stati di sub-infiammazione e infezione – interferendo con l’attività cerebrale dia come esito problemi nell’area cognitiva ed emozionale che sfociano in sindromi ansioso-depressive. Studi da perfezionare, collegano inoltre sindromi dello spettro autistico con gravi stati di disbiosi. Si tratta di un filone di studi sull’autismo tanto interessante quanto meritevole di ulteriori approfondimenti e ricerche.
Restiamo sul noto, dunque. Secondo quanto scoperto da studi sulla fisiologia animale, il percorso bidirezionale tra sistema nevoso enterico e sistema nervoso centrale si attuerebbe in questo modo:
Alla “linea” intestino-cervello compete: lo stimolo alla produzione di specifici neurotrasmettitori (tra cui la serotonina) e di una proteina chiamata BDNF (Fattore neurotrofico intestinale) che induce la crescita delle cellule nervose; la protezione della barriera intestinale; la produzione dei metaboliti batterici; la regolazione della funzione immunitaria della mucosa.
Alla “linea” cervello-intestino si devono: tutte le modifiche/modulazioni nella produzione di muco e del biofilm protettivo della barriera intestinale, nella motilità, nella funzione immunitaria e nella permeabilità della mucosa.
In sintesi, il microbiota intestinale interagisce con il sistema nervoso centrale regolando la chimica del cervello e influenzando il sistema neuroendocrino in risposta allo stress associato a condizioni di ansia, disturbi dell’umore e memoria.
- Ovviamente l’alterazione del microbiota (disbiosi) che sia collegata a:
- Assunzione di farmaci
- Dieta sbagliata
- Fumo e assunzione di sostanze stupefacenti
- Stati fisiologici (gravidanza e menopausa nelle donne, ad esempio)
e che determini a sua volta un indebolimento immunitario, è reversibile o migliorabile anche attraverso una dieta più ricca di probiotici, alimenti che promuovono un ripopolamento “sano” del microbiota.
Ma la prima cosa da fare, in caso di disbiosi conclamata o sospetta, che a sua volta vada ad indurre un’alterazione nell’asse intestino-cervello e che quindi sia all’origine anche di disturbi nervosi quali emicrania cronica, insonnia, difficoltà di concentrazione e vuoti di memoria, nonché stati di forte ansia e tendenze depressive, è quella di andare a controllare che tale disbiosi non sia dovuta ad una micosi intestinale.
Quali test possiamo fare per avere maggiori informazioni sull’asse intestino cervello
In presenza della sintomatologia descritta risulta di particolare importanza un’analisi approfondita del microbiota intestinale, per la quale consigliamo di eseguire il Gut Screening, un test che da un campione di feci ed urine consente di identificare protozoi, elminti, funghi e batteri sia patogeni, che residenti in sovracrescita. In aggiunta presso il nostro laboratorio si esegue il profilo metabolomico degli acidi organici, un test che consente di ricavare informazioni sulle tossine batteriche e fungine derivate dall’intestino, controllare i valori nutrizionali che esprimono carenze vitaminiche o di antiossidanti, indicare se i sistemi detox sono efficienti, controllare la funzionalità dei neurotrasmettitori e molto altro.